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Riflessione sugli italiani: come uscire dalla crisi

Riflessione sugli italiani: come uscire dalla crisi

 Ammettiamolo pure: noi italiani, qualche difetto lo abbiamo, come popolo e come individui. Ma non ci fa difetto la comprensione profonda delle cose. Il momento che stiamo attraversando come Paese richiede delle misure non ordinarie, riforme strutturali e adeguate a obiettivi ambiziosi. Lo sanno tutti, ce lo chiedono tutti.

Le condizioni generali per farcela sono due: che si esca definitivamente dalla fiction, cosa facilitata negli ultimi mesi dall’atteggiamento dei mercati e delle istituzioni europee, e che si facciano discorsi seri e diretti al popolo, fuori da ogni paternalismo, vero o falso che sia.

Il momento richiede una più diretta comunicazione tra governanti e governati, delle motivazioni vere ai sacrifici che si chiedono. E il supporto dell’esempio da parte dei nostri rappresentanti per rendere più credibili le proposte che si avanzano. Si parla di un aumento dell’età pensionabile per uniformarla ai parametri europei e alle aspettative di vita. È una delle misure strutturali per invertire la rotta. Bene, ma non si può pretendere che venga accolta con favore dalla gente se non la si finalizza a un obiettivo concreto e misurabile. Tanti italiani farebbero volentieri il sacrificio di lavorare più a lungo se si ricavasse, con questo provvedimento, un fondo per sostenere un’occupazione giovanile più stabile. Tutt’altro effetto politico si avrebbe se i risparmi ottenuti con una riforma di questo tipo andassero a sostenere una spesa pubblica generica o, peggio ancora, gli sprechi di una macchina statale inefficiente o le rendite di posizione di qualche categoria di privilegiati. Ancora più opportuno sarebbe abbinare la riforma pensionistica alla «soluzione definitiva della questione dei vitalizi dei parlamentari» e alla piena equiparazione previdenziale alle altre categorie di lavoratori.

Gli italiani, insomma, vogliono essere trattati da adulti.